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LA SCOMMESSA DELL’ELEGANZA

In architettura il dandysmo s’intreccia a due figure di spicco, la cui vita privata influenza l’attività di architetto. L’architetto Adolf Loos (1870 Brno -1933 Vienna), anglofilo nell’animo, seduttore e bon viveur, era ossessionato dalla cultura del vestire e alla domanda come ci si veste alla moda? rispondeva facendosi notare il meno possibile. Ebbe quattro mogli e fu amante di Joséphine Baker per cui progettò una villa mai realizzata. Gli esterni a righe bianche e nere. Gli interni con una piscina al proprio centro, che doveva fare da cornice alla padrona di casa, nuda. Convinto che tutto quello che è moderno viene dalla giovinezza, nel 1910 scrive il saggio Ornamento e Delitto, ripreso nel 1973 dal documentario dell’architetto Aldo Rossi. Teorizza una semplificazione estrema delle forme. Edifici spogli di ogni ornamento o citazione, volumi esterni compatti. In contrapposizione agli interni,dove cubature e livelli si moltiplicano e gli arredi sono ricchi di materiali di pregio. Una filosofia della casa vista come scrigno. Celebrazione dell’anima del proprietario. Fu un “dandy socialmente impegnato” (La Repubblica 2006).

Tra i primi a considerare la valenza sociale dell’abitazione, è uno dei padri dell’architettura moderna (razionalismo e funzionalismo) intesa come slancio e azzardo verso il futuro, più che come testimonianza del passato.

E l’architetto Charles Jencks (1939 Baltimora – 2019 Londra). Britannico di adozione, “il dandy dell’architettura” (Il Foglio 2019) è storico e filosofo di un’architettura postmoderna che recupera e mescola storia e tradizione, abbonda di citazioni, riporta al centro l’ornamento. Un primato dell’estetica sul funzionalismo, un eclettismo ostentato. Soprattutto la convinzione che il segreto dell’architettura sta nel progettare luoghi autobiografici. La seconda delle sue tre mogli, Maggie Keswick, muore giovane di cancro e condiziona la sua carriera di paesaggista, intrapresa nelle tenute scozzesi di lei. In prima fila nella lotta contro il cancro, Jenckssi adopera per la costruzione di numerosi Maggie’s Center che affida ai migliori tra i suoi amici architetti (Rem Koolhaas e Zaha Hadid). I giardini sono pensati come gli unici luoghi davvero autobiografici: rifugi per i momenti di felicità, capaci di infondere il coraggio per affrontare le tragedie famigliari. Il potere lenitivo della bellezza. Le eredità di Loos e Jencks, così diversi, oggi trovano un punto d’incontro.

Il dandysmo contemporaneo è nel progetto architettonico che prescinde da ideali estetici di massa e omaggia singoli percorsi di vita.

Azzarda, mischia, protegge sogni e dolori del committente cui consegna luoghi di conforto.La ricerca esasperata dell’eleganza è un po’ sogno e un po’ ironica indifferenza al male di vivere. Dandysmo, rif. Treccani: “… ostentazione di eleganza… atteggia-mento intellettuale e stile di vita caratterizzato da forme di individualismo, di ironico distacco dalla realtà, di rifiuto nei confronti della mediocrità borghese…”.

By Giovanni Repossi

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