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MARCO MAREZZA

La passione del fotografo verso Salvador Dali’ lo ha portato a ritrarre la sua casa di Port Lligat . Nello studio del pittore una statua dal corpo maschile e’ vestita da mantello e da alcuni accessori . Un connubio alquanto strano che crea stupore come la moda dei veri dandy di sempre. La doppia esposizione del negativo con un corpo di un umano aggiunge la parte piu’ viva dello spirito nell’essenza del tema rap-presentato. Nella seconda immagine abbiamo il David diMichelangelo in una polaroid esposta 5 volte. La sensazione di trasparenza avvolge il corpo in diverse visioni e punti di vista del tutto ton-do della statua più famosa. La bellezza infinita ha pur sempre bisogno della verità, come diceva Oscar Wilde. Quale miglior esempio celebrare il simbolo che rappresenta ilCulto della Bellezza decantata anzitutto nell’arte: il David. Eccentrico e bizzarro esporre 5 volte lo stesso negativo, elegante e raffinato pensare alla sublime arte di uno degli artisti più famosi al mondo.

Il desiderio di successo e di notorietà viene nutrito da una scelta che indubbiamente piace al largo pubblico.

Marezza bene esprime, dunque, il destino dell’artista nella società che mercifica l’arte e in cui l’artista deve fare propaganda a se stesso per vendere le proprie opere. Il fotografo come vero cultore dell’immagine propone in questa seconda scelta un immagine analogica senza curarsi delle mode dominanti nel mercato attuale dei social media e della comunicazione in genere. La tradizione colma di tecnica fotografica solida e primordiale prevale sull’immediatezza dello stupore donando sensazioni autentiche.

Questa scelta affonda le proprie radici nella cultura del Neoclassicismo: lo provano attenzione al corpo e alle sue proporzioni, derivato dalla statuaria greca, il suo rigore del bianco e nero che eclissa il valore dei colori , decorazioni di effetti speciali. La decadenza è una conseguenza della malinconia. È la malinconia ad essere fondamentale, che sia causata da quel che non si è fatto o che non si ha più. Se chiediamo a Marco di raccontarci le sue emozioni durante le riprese di quelle immagini lo vediamo riflettere, e sembra di scorgere un personale percorso tra intimo e privato, un ricordo di un tempo passato che il digitale ha oggi cancellato. Una prova di affetto per qualcosa che non esisterà più. “Marco Marezza, nato a Milano ha iniziato la sua carriera come disegnatore grafico e illustratore.

Rendendosi conto che la sua passione era infine per la fotografia, Marezza è rapidamente divenuto un fotografo di grande successo.

Trasferitosi negli StatiUniti ha cominciato a lavorare tra Los Angeles e New York. Dal 2000 al 2015 la base diventa Parigi collaborando notevolmente con Gianfranco Ferre’, Valentino e prestigiose riviste di moda. Nel Marzo 2015 tornato di base su Milano, partecipa con contributo fotografico e storico alla mostra di Gianfranco Ferre’ a Palazzo Reale. “La camicia secondo me”. A giugno e settembre 2018 vengono organizzate due mostre sul suo libro “Viaggio in Toscana” rispettivamente a Barcellona e Milano . Da Settembre2018 gli è stato offerto di insegnare all’Università Polimoda di Firenze. A gennaio 2020 per l’Accademia di Brera a Milano, Marco Marezza presenta con un video Anselm Kiefer in occasione della sua laurea honoris causa.”

By Giovanna Repossi

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