Artroom

CERRI

I QUADRI DELL’ORBO

Nato a Milano nel 1938, con la sua arte Cerri ha attraversato oltre mezzo secolo di storia in un continuo rinnovarsi di forme e sintesi. Nel 2017, dopo oltre dieci anni di inattività, П tornato a dipingere grazie a una tecnica inusuale, trasformando in parte la sua pittura, a cominciare dal passaggio dai colori ad olio agli acrilici, di più rapida essicazione e maggiormente malleabili. Di questa sua nuova rinascita ne è testimonianza la nuova mostra dell’artista lombardo dal titolo “I quadri dell’orbo”, che dal 19 marzo sino al 6 aprile sono esposti al Centro Culturale di Milano, nel cuore della sua città, a pochi passi dal Duomo. Curata da Stefano de Angelis, l’esposizione è stata realizzata in collaborazione con CBM Italia Onlus, l’organizzazione umanitaria impegnata nella cura e prevenzione della cecità evitabile nei Paesi del Sud del mondo, e che da diverso tempo racconta, attraverso la bellezza dell’arte e le diverse forme che questa offre, ciò che solitamente non è considerato bellezza: il buio della cecità e della disabilità.

Le ventuno opere esposte, tutte delle stesse dimensioni (100×80), saranno messe in vendita tutte a un prezzo simbolico di 1.000 euro, e il ricavato andrà a sostegno del programma di cura e prevenzione della retinopatia del prematuro in America Latina, dove CBM è presente in diversi Paesi come Bolivia, Paraguay e, dal 2019, in Guatemala, formando personale medico locale e fornendo strumenti per l’identificazione precoce e il trattamento della malattia. “L’incontro con Giancarlo Cerri, padre di Giovanni, anch’egli pittore e con il quale abbiamo già collaborato in passato, rappresenta ancora una volta per CBM la possibilità di avvicinare il pubblico alla nostra mission attraverso uno strumento in cui crediamo particolarmente, l’arte, e tracciare così un ponte di solidarietà tra il Nord e il Sud del mondo” – sostiene Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia Onlus “La retinopatia del prematuro è la prima causa di cecità infantile evitabile in America Latina. Su 10 bambini ciechi, 4 lo sono proprio a causa di questa terribile malattia causata dalla prolungata esposizione all’ossigeno dell’incubatrice nei neonati pretermine”. Una malattia tremenda, vero e proprio calvario per chiunque, ancor più per un pittore che da sempre si affida allo sguardo e ai colori per interpretare e raccontare la vita. Oggi Giancarlo Cerri dipinge senza più vedere i colori, ma ricordandone la forza e l’intensità. Davanti a una tela ha escogitato una modalità nuova che gli ha permesso di tornare a esprimersi nell’unica maniera che lo fa sentire completamente vivo, la pittura: “La verità è che non mi sono mai arreso alla malattia, trovando alla fine una mia particolare tecnica che mi consente di tornare a un ponte di solidarietà tra il Nord e il Sud del mondo” – sostiene Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia Onlus “La retinopatia del prematuro П la prima causa di cecità infantile evitabile in America Latina. Su 10 bambini ciechi, 4 lo sono proprio a causa di questa terribile malattia causata dalla prolungata esposizione all’ossigeno dell’incubatrice nei neonati pretermine”. Una malattia tremenda, vero e proprio calvario per chiunque, ancor più per un pittore che da sempre si affida allo sguardo e ai colori per interpretare e raccontare la vita.

Oggi Giancarlo Cerri dipinge senza più vedere i colori, ma ricordandone la forza e l’intensità. Davanti a una tela ha escogitato una modalità nuova che gli ha permesso di tornare a esprimersi nell’unica maniera che lo fa sentire completamente vivo, la pittura: “La verità è che non mi sono mai arreso alla malattia, trovando alla fine una mia particolare tecnica che mi consente di tornare a dipingere, sia pure saltuariamente e limitatamente. Uso gli unici colori che in qualche modo ancora distinguo e che ricordo maggiormente, come il rosso, il giallo e il nero, oltre il bianco della tela”. I nuovi lavori di Giancarlo Cerri, realizzati per lo più d’estate quando la luce del giorno è molto forte e aiuta a vedere meglio le tonalità, sono stati “costruiti” posizionando sulla tela alcune carte di varie misure, a creare spazi geometrici all’interno dei quali dipingere. Opere che, prima di essere create sulla tela, vengono dipinte per “immaginazione compositiva”, attraverso una vera e propria “architettura” del quadro stesso. Il risultato, sono dipinti astratti di grandissimo impatto visivo, ma che mantengono intatte le peculiarità dell’astrattismo concreto di Giancarlo Cerri, basato su sottrazioni alla ricerca dell’essenziale e contrasti di forze contrapposte che reclamano il proprio spazio. Non più una pittura istintuale e di movimento, ma una pittura di composizione, che mostra chiaramente la personalità di un pittore che, ancora oggi, è in grado di raccontare la realtà in maniera potente e intensa. Anche nello sfortunato passaggio da vedente a disabile. Il catalogo della mostra, che sarà disponibile durante tutta la durata dell’esposizione al Centro Culturale di Milano, presenta un testo critico di Stefano Crespi e un’intervista all’artista di Stefano de Angelis e un breve testo di Massimo Maggio.

by Stefano De Angelis

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