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CIAO ALESSADRO JOHN E KARL

Personalmente questo 2019 è iniziato per me in maniera funesta. Da una parte abbiamo perso un padre del Postmodernismo e dall’altra il promotore del prêt-a-porter. Io ho perso mio padre, unico in tutti i modi. Fortunatamente una lezione che ho imparato da mio padre è che bisogna sempre guardare avanti, nonostante tutto, la vita continua e analizzando i favolosi progetti proposti da questi due creativi d’eccezione possiamo apprezzare meglio la curiosità che anima la nostra esistenza. Nacquero entrambi nello stesso periodo storico a cavallo fra prima e seconda Guerra Mondiale. Le cose che accomunano Karl ad Alessandro non sembrerebbero molte viste dall’esterno ma nonostante le apparenze entrambi lavoravano su ideali simili. Sicuramente quello che hanno fatto nella vita è di dare ampio sfogo a tutte le loro doti. Karl con il disegno, la macchina fotografica, le caricature ed in fine con le sculture. Alessandro con l’architettura, la grafica, la pittura ed in fine il design. Avevano una capacità di mettersi in gioco ed esplorare la loro stessa curiosità che ancora oggi mi sorprende quanto riuscissero a sperimentare e con quale grandi risultarti. Karl a 23 anni dirige Patou, a 34 anni viene chiamato da Fendi e a 50 anni fa rinascere il marchio Chanel. Nessuna laurea o studio particolare. Un uomo con una marchia in più ed inarrestabile. Alessandro, d’altro canto, laurea in architettura a 28 anni, a 39 personaggio di spicco del Radical Design, a 42 anni fonda ‘Global Tools’ e poi si unisce allo studio Alchimia.

Capo redazione di Domus e co-fondatore di Domus Academy a 48 anni e se non dovesse bastare, 3 Compassi d’Oro, l’ultimo ricevuto nel 2014 premio alla carriera. Sono numeri che fanno girare la testa ma soprattutto capire quanto loro hanno dedicato passione e tempo della loro vita al lavoro. Nel 2007 esce il documentario promosso da Vogue riguardo le gesta di Karl intitolato Lagerfeld Confidential. In questo reportage intimo di Karl si riesce a capire meglio il suo pensiero e ciò che vuole far trasparire del suo carattere. Una persona riservata e nel contempo sempre al centro dell’attenzione e di attenzioni. Eclettico ma con ragionamenti abbastanza semplici e lineari. Riesce a contraddirsi nella stessa frase ma lo fa sottolineando l’importanza del suo argomento, per esempio quando dichiara, “Oui, je travaille dur mais je dèteste les travailleurs acharnès. Les choses doivent sembler Рtre faites avec dèsinvolture”, che si traduce in una continua ricerca dell’effimero, dell’apparire ciò che uno non è. Da questo si deduce quanto sia spietato il mondo della moda è quanto sia riuscito bene Lagerfeld a cavalcare l’onda del successo grazie alle sue capacità ed intuizioni. Lui sognava involontariamente le sue sfilate e poi le realizzava come un film da Oscar. Spettacolare. Nello stesso periodo in cui uscì questo documentario ebbi l’onore e privilegio di conoscere di persona Alessandro Mendini. Venne durante una giornata tipicamente milanese a far visita al mio datore di lavoro dell’epoca, Damiano Spelta. La cosa che più mi sorprese è che noi avremo dovuto imparare molto da lui e dalle sue esperienze ma alla fine della giornata lui se ne andò con molte più informazioni sul nostro conto che non il contrario. Il tempo scorre velocemente miei cari e non bisogna rimanere aggrappati alle nostalgie e foto impolverate di un tempo. Come Alessandro, John e Karl, bisogna imparare ad essere sempre propositivi, intuitivi e geniali. Non mi mancherete perchè sarete sempre al mio fianco.

By Alessandro Byther

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